Tariffe in Sanità: Sostentamento non sfruttamento
La volontà del Ministero della Salute, unitamente alle Regioni(1), di addivenire una volta per tutte alla redazione di una tariffa uniforme e valida per tutti i professionisti Italiani che con i loro laboratori di analisi forniscono analisi chimico-
Riteniamo, in quanto rappresentanti di categoria(2), e come depositari anche dei diritti, dell’etica e trasparenza degli iscritti a ReALTà, di dover intervenire a nostra volta per esprimere e sviluppare quelle ragioni logiche che sono alla base dell’esercizio delle attività professionali e del “giusto compenso” che le stesse devono ricevere.
Osserviamo innanzitutto che frequentemente opinionisti di vario genere intervengono descrivendo le attività sanitarie, e fra esse quelle in convenzione/accreditamento, come causa di sprechi e quant’altro. Potremmo definire tali interventi inconferenti e inappropriati anche se provengono da opinion leaders che scrivono su apprezzati quotidiani italiani. E’ da circa 10 anni che si cerca di intervenire sull’argomento tariffario , ed oggi, al termine del procedimento che ha visto le nostre strutture nuovamente autorizzate (prima A) , poi accreditate (seconda A), si è in attesa della terza “A” per completare l’iter previsto dalle norme di settore : l’accettazione delle tariffe.
Ironia della sorte la presenza delle tre “A” : quasi una maledizione di Moody’s ed altri(3).
Ma andiamo con ordine, perchè. l’ “esercizio” di una professione non è inteso come un servizio in senso stretto bensì come l’esplicazione di un’ attività intellettuale, svolta a scopo di sostentamento diversamente dall’attività di impresa ove il fine è il lucro, ovvero un guadagno sull’opera effettuata da altri e diversi addetti.
Le motivazioni dell’esigenza della funzione di controllo, che è di ausilio alle nostre tesi, è stata da me trattata più volte nell’ultimo decennio sviluppando quelle idee che sono alla base sia della esigenza della tutela pubblica che dei professionisti preposti all’esercizio di attività aventi riserva di legge e perciò dotate di specifica e peculiare professionalità.
Ma al di là delle ragioni giuridiche relative alla ragion d’essere del controllo Statale e dell’ Ordine professionale, occorre ricordare che il sistema delle professioni italiane è nato per garantire la tutela della collettività e degli interessi generali(4).
A tale proposito mi preme sottolineare che la “funzione” di un corretto accompagnamento del potenziale professionista all’interno del futuro ambito lavorativo è insostituibile in quanto non è consentito che sia surrogato da soggetti diversi . Certamente ogni soggetto ha piena legittimità e diritto ad operare ai fini della produzione di un bene, ma mai nessuno potrà sostituirsi ai professionisti e indicare norme per le attività professionali Ove avvenga, tali norme devono necessariamente essere in linea con quelle statali e sovranazionali, e comunque prive di elementi coercitivi che possano danneggiare la collettività.
Infatti, se non si pone la dovuta attenzione alla differenza esistente fra attività intellettuale, ovvero prestatore d’opera intellettuale, e produzione di un bene materiale, ovvero produzione di manufatti di vario tipo, non si comprenderà mai del tutto le funzioni ed il mondo cui appartengono gli uni e gli altri.
Al tempo odierno ogni attività umana considera produttivo ricorrere all’informazione e comunicazione delle proprie specificità; così avviene per la pubblicità di un prodotto d’uso comune come l’auto, il dentifricio, ecc. e, per certi versi, delle attività poste in essere da uno studio professionale, ma non si può confondere l’esigenza di comunicazione e trasparenza considerando simile ciò che è diverso ! Da questo angolo appare anche di tutta evidenza l’importanza della tutela dei cittadini che rappresentano un unicum con i professionisti: in caso di immissioni di basse tariffe, esse portano inevitabilmente ad inesistenti guadagni e cattiva prestazione, ovvero ad una scadente qualità professionale.
Vorremmo ancora ricordare che i professionisti italiani iscritti agli Albi Professionali rappresentano una categoria d’eccellenza tre le partite Iva. Essi sono Professionisti Intellettuali che si formano dopo seri periodi di studio e che si mettono ogni giorno in gioco con dedizione e serietà producendo il 12.5 % del PIL(5).
Le professioni in Italia sono libere, basate esclusivamente sul merito, ovvero chi studia, frequenta un tirocinio e supera l’esame di abilitazione “ha diritto” all’iscrizione al corrispondente Ordine Professionale ed all’esercizio della propria attività con un giusto corrispettivo.
La eventuale riforma delle tariffe dovrà dare maggiore attenzione ai giovani; essi devono essere messi nelle condizioni di poter entrare effettivamente nel mondo del lavoro professionale, raggiungere un reddito dignitoso e porre fine all’attuale diffusa precarizzazione.
In considerazione di quanto prima, si deve mettere fine all’affidamento degli incarichi professionali in convenzione/accreditamento al ribasso(6), essendo gli stessi di fatto un modo per eliminare la stragrande maggioranza dei partecipanti che non sono in grado di reggere alle offerte indiscriminatamente libere ed in palese contrasto con i criteri europei della concorrenza .
Auspichiamo in definitiva che l’eventuale riforma delle tariffe professionali relative alle prestazioni rese in accreditamento, riconosca alle professioni centralità, sussidiarietà e soprattutto qualità al fine di garantire sempre il fruitore della prestazione stessa: l’utente.
Antonio Ribezzo
Vice-
1: Schema di accordo del 26 aprile 2012 inviato alla Conferenza Stato/Regioni
2: Re.A.L.T.à: Rete di Ambulatori e Laboratori Territoriali Associati
3: Ma la valutazione riguarda altri ambiti
4: Diversamente dagli interessi collettivi, gli interessi generali sono invece interessi dell’intera cittadinanza italiana
5: Prodotto interno Lordo
6: Spesso arrivano fino all’ 80%