Pubblicato da Dr.Antonio Ribezzo 16/7/2012 10:40:07

Cari Colleghi,

da tempo ci confrontiamo con i budgets che, nel bene e nel male, sembrano rappresentare comunque un corrispettivo garantito sul nostro lavoro.

La problematica dell’assegnazione dei budget risale quasi alla notte dei tempi, ovvero a quando la parte pubblica ha determinato un massimo lordo spettante ad ogni laboratorio convenzionato.

La norma rispondeva ad esigenze di contenimento della spesa pubblica, ma certamente galeotta fu la sua determinazione in capo ad ogni soggetto convenzionato.

Bastava imporre, ad esempio, un tetto ad ogni area convenzionata, ma tant’è, la scelta, non so quanto voluta, fu un’altra.

Ricordo infatti che a seguito di una richiesta di rilevamento del lavoro svolto da ognuno di noi, ci venne chiesto di comunicare all’ente regionale il fatturato degli ultimi due/tre anni.

E tutti noi, pur sorpresi da tale motivazione, proprio perché chi ci pagava doveva ben essere a conoscenza di “quanto pagava”, inviammo i nostri bravi “numeretti”.

Fu così che ognuno di noi ebbe un bel “regalo” ; il budget !!!???

Così avvenne che chi era relativamente “piccolo” restò tale, anzi regredì negli anni seguenti, che era già “grande” , ingrossò ulteriormente.

Erano i tempi nei quali erano le AA.SS.LL. a determinare l’invio alla struttura, anch’essa effettuante attività pubblica, ma Convenzionata, delle prestazione da eseguire, solo dopo che la struttura a diretta gestione (quella Pubblica) non poteva eseguire la prestazione entro i “tre giorni”.

Già, i tre giorni ; erano quelli nei quali le AA.SS.LL. facevano i prelievi che era parte della prestazione, per poi dare i risultai a babbo morto, mentre noi poverini aspettavamo che qualcuno ci ….desse una mano, cioè, per così dire, una ricetta!!!

Ma poi, come potevamo crescere nel fatturato poi diventato budget ? Praticamente mai.

“E già, noi siamo ancora qua” dicono i versi di una nota canzone; noi siamo ancora qui a discutere di budget, che tra un cavillo e l’altro, sta falcidiando la nostra attività, il nostro futuro, ma anche quello dei nostri cari Utenti, cari perché a noi si rivolgono personalmente per essere assistiti, curati, edotti dei risultati del nostro lavoro : le analisi del sangue !!!

E mentre le alte sfere discutono di spesa pubblica, di risparmio, di crisi del settore (anzi delle nazioni), noi siamo ancora qua a cercare una soluzione possibile che possa aiutarci, certamente non risolvere del tutto, la ricerca del lavoro, il giusto corrispettivo, il soddisfacimento delle richieste dell’Utente nella qualità.

Abbiamo risposto ad altre e dure sfide come quelle relative all’adeguamento strutturale (negli anni sempre più ad alto costo), del personale (specializzato, ma anche continuamente formato –vedi Ecm ed altro..), del controllo qualitativo dei risultati ( anche qui, ma chi li paga queste ulteriori analisi ?), all’adeguamento al D.L.vo 626 e 81, e chi più ne ha più ne metta.

Poi sono giunti i tempi del numero delle analisi minimo da effettuare: 500 mila, no 750 mila, mi correggo 200 mila da subito, però per 3 anni vanno bene 100 mila !!!!

E noi tra una domanda e l’altra, una allucinate ricerca della verità, del nostro diritto, abbiamo effettuato ricorsi, consorzi, incontri, purtroppo proprio con coloro che vogliono cannibalizzarci.

Quanti “grandi imprenditori” sono entrate nel nostro settore, quante regole – regole industriali da tempi e metodi – ci hanno imposto, quante volte abbiamo detto a noi stessi che occorreva adeguarci al progresso, alle novità, alle richieste per non soccombere !!!

Tutti a sperare che taluni, “alcuni di Roma”, risolvessero i nostri problemi, che ci aumentassero il budget, che ci aiutassero ad andare avanti.

Ma si sa, da sempre il pesce grosso si è nutrito del piccolo, e da sempre il piccolo ha cercato di sopravvivere cercando di non essere “mangiato”.

Ma ora è venuto il tempo di dire basta.

Finalmente una nuova ReALTà appare all’orizzonte, una nuova proposta che, forte del coraggio di qualcuno di noi, ma anche della voglia di giustizia e giustezza delle idee, ci ha resi consapevoli che non è più tempo di “delegare” ma di partecipare compatti alla ricerca di un nostro sacrosanto diritto: l’esercizio legittimo del nostro lavoro.

Vogliono un numero alto di analisi da fare l’anno ? E noi lo abbiamo: siamo più grandi del più “grande” ( a raga’, famo oltre 1.000.000 di analisi l’anno, direbbe Madonna) .

Vogliono l’espressione territoriale più ampia,? E noi “siamo sulla buona strada”, basta vedere la cartina del sito web.

Vogliono risparmiare ?

E chi non lo vuole, ma a certe condizioni: qualità, professionalità, rispetto delle regole del mercato anche europee, rispetto soprattutto del lavoro delle persone, tutte le persone impiegate nei nostri laboratori, rispetto del diritto, quindi, del giusto compenso,

“E’ arrivato il tempo”, dice un’altra bella canzone, è arrivato il tempo che la ReALTà prenda una strada diversa: quello della garanzia del diritto per ognuno, del rispetto di tutti, della considerazione del lavoro e del giusto riconoscimento economico dello stesso.

In una parola sola, “abbasso gli analisifici”.

Cordialità

Antonio Ribezzo