Pubblicato da Dr.Antonio Ribezzo 25/9/2012 17:50:23


Unitamente ad un battage sui media, la regione lazio si è attivata nel tempo evidenziando i costi a suo dire elevati, nel settore della “convenzionata esterna”, ovvero dei laboratori che agiscono in convenzione con la regione tramite la Asl di appartenenza.

Si sono succeduti anni di incontri con le OO.SS. di categoria dei convenzionati che hanno prodotto  l’attuale situazione di grave crisi del settore. Abbiamo anche assistito al fenomeno dovuto a strani accorpamenti: alcune voraci e ben individuate strutture hanno nel tempo fagocitato numerose altre piccole, mentre i rimanenti, la maggioranza, ha finito per addebitarsi pesantemente sia per supplire alla continua diminuzione del budget che per le elevate spese di gestione in forza delle normative, in numero sempre crescente, dedicate al settore.

Ma un gruppo di laboratori e strutture sanitarie “medio-piccole” si sono, infine,coordinate per affrontare l’ emergenza della soglia minima di efficienza, ossia quella mannaia che calerà sulle strutture che non avranno superato la quota annuale  prescritta di analisi  (200.000!!!) entro il triennio 2011-2013 Come è noto a tutti, se non si esce dall’equivoco, uscirebbero invece dall’ accreditamento circa il 90 % delle strutture accreditate poiché non riescono ( ?) ad effettuare  200.000 analisi anno.

Ma perché non viene detto nulla di ufficiale a chiarire la situazione una volta e per tutte? Numerose sono le risposte che potremmo dare, ma noi di ReALTà (Rete di Ambulatori e Laboratori Accreditati) vogliamo essere fattivi e non distruttivi e poiché siamo rispettose delle leggi, chiediamo il rispetto della verità vera e dei nostri diritti costituzionalmente garantiti.  In principio vigeva l’accordo, di cui al Dpr 22 febbraio 1980, poi le normative a noi dedicate sono cresciute in modo esponenziale anno per anno. Leggi, Regolamenti Regionali, DRG ma soprattutto il tempo passato per rendere attuabile il passaggio dalla convenzione all’accreditamento (tutto iniziò nel 1997 e siamo nel 2012 !!!! ) hanno dettato il percorso che ha determinato la situazione attuale di crisi del settore.

Quest’anno, sono terminate le ispezioni volte all’assegnazione dell’accreditamento Istituzionale a quanti, in regola con le vigenti norme, sin sono allineati al processo delle 3 A , ovvero nuova Autorizzazione, Accreditamento, Accettazione delle tariffe.  La Dca 54/2010 , vergognosa e secondo noi irrispettosa del lavoro e dei diritti propri di ognuno di noi, ha fatto il resto: chi non effettua almeno 200 mila analisi l’anno non può essere accreditato. Questo perché vi è …chi è più uguale di altri !!! Ogni volta tutti noi abbiamo dovuto, seguendo le indicazioni delle associazioni di categoria pre-esistenti a ReALTà, effettuare costosi ricorsi collettivi (circa 50 mila euro la volta complessivamente), effettuare impugnative individuali, partecipare ad assemblee ove il rito era sempre lo stesso: la regine dice, la regione vuole, la regione è cattiva, la spesa del settore è alta, e chi più ne ha , più ne metta.

Ormai sappiamo tutti come è andata. E tutti, o quasi, da bravi cittadini abbiamo convenuto nell’accettare budget decrescenti,  I media hanno diffuso in questi giorni una molteplicità di notizie sulle problematiche legate alla gestione delle regioni italiane e, più specificatamente, quella del Lazio. Dalle ormai famose 5 delibere assunte dall’Assemblea regionale che ha portato da uno a 30 milioni di euro la ulteriore “disponibilità” dei gruppi consiliari, e quindi dei consiglieri regionali, che si aggiungevano ai superstipendi, ai rimborsi-bis, ai vitalizi dopo solo 2 mesi di legislatura regionale, ai numerosissimi benefit,ecc.

E tutto ciò spostando circa 18 milioni l’anno dalla sanità ad altra “disponibilità”.  Ma dove è andata a finire il rispetto della collettività e della pluralità dei diritti di ogni cittadino ? Anche nel settore dei funzionari delle AA.SS.LL., sebbene in ambiti diversi, se non di sprechi certamente la disparità di trattamento ….è d’obbligo. La media degli stipendi di un primario è di 130 mila euro l’anno per ognuno  che ricopre la funzione con le responsabilità connesse al servizio. Anche nel caso del laboratorio pubblico siamo a tali livelli di spesa e solo per un dirigente, mentre ben noti sono le spese (circa 7-8 volte quelle degli accreditati) per la produzione del dato analitico, ovvero delle analisi chimico-cliniche. L’umiliante differenza salta subito all’occhio se solo si paragona il dato di spesa con l’introito di un medio-piccolo laboratorio accreditato nella regione lazio: 100 mila euro.

Con tale cifra dobbiamo pagare gli stipendi degli addetti, i reattivi, l’affitto, i controlli di qualità, l’aggiornamento professionale, gli strumenti e financo ….le tasse. Già da tale dato è più che palese la sostanziale differenza fra un laboratorio pubblico a diretta gestione (quello Ospedaliero) e quello privato accreditato. Non pretendiamo altro che il rispetto del nostro ruolo, specifico quanto efficace, in aderenza a quanto previsto dalle norme ma anche dalle funzioni ad ognuno assegnate da leggi e regolamenti. Ma mentre chiediamo ciò, esigiamo che sia posta la parola fine a quelle attività, come la riduzione continua di budget e tariffe, di fatto vessatorie alla luce degli sprechi che la stampa ha evidenziato.  Aver “spostato” numerose risorse dalla sanità all’aumento dei benefit e addizionali ai gruppi regionali, è una denuncia forte che facciamo al fine di riportare le dovute somme al servizio dei cittadini bisognosi di “salute” ed agli operatori del settore.